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Per la serie “colazioni di spessore”, questa mattina ci siamo cimentati in una tipica colazione all’inglese, come la chiamava il menù del locale, forse da definirsi più precisamente una “colazione all’inglese all’americana”. Potrei errare nel rievocarla, ma già i primi componenti del pasto dovrebbero suggerirvi il tono della situazione: bacon, salsiccia, pomodori grigliati, funghi, fagioli (fagioli! FAGIOLI SANTOIDDIO) ed alcuni toasts di contorno. Beh, forse il mio stomaco avrà anche opposto alcune obiezioni iniziali, ma il tutto si è lasciato mangiare abbastanza bene ed è stato piuttosto apprezzato da tutti (la Francesca e Matteo mi hanno accompagnato nell’esperienza, la mia più salutare e savia morosa ha optato per dei French Toast, anch’essi gradevoli stando all’assaggio di chi scrive). Premetto che non c’è stato pranzo nella giornata di cui sto parlando ora, non se ne è sentita troppo la necessità.

“””colazione”””

The MET we hadn’t met, yet

Dopo la lauta colazione ci siamo fiondati al MET per recuperare il secondo piano, che la gestione dei tempi di ieri non ci aveva consentito di visitare. Fortunatamente mostrando le prove della recentissima visita precedente siamo riusciti ad entrare al costo di una modestissima donazione e senza risultare eccessivamente accattoni. Ci siamo dedicati quindi ad una carrellata fulminea di diversi secoli di arte davvero notevole in poco più di un’ora, soffermandoci giusto su alcuni capolavori della cui presenza eravamo ben consci (e.g.: diversi van Gogh tra cui un autoritratto, tanti Monet comprendenti una delle cattedrali di Rouen, ecc…) ed alcune particolarità (un giardino in stile giapponese ed una vista della città dal tetto del museo).

Skyline

Un pomeriggio al museo

Usciti dal MET, definitivamente stavolta, per riposarci abbiamo deciso di correre (invece di fiondarci) al Museum of Natural History, tappa successiva nel rocambolesco programma. Abbiamo quindi attraversato di nuovo l’ormai “familiare” Central Park, ritornando verso il west side. Il Museum of Natural History si trova all’interno di un edificio neoclassico con altissime colonne e struttura massiccia con 3 scritte che  si stagliano sulla facciata principale “Knowledge, Truth, Vision” un po’ pacchiane a mio parere… Anche in questo caso la visita si è sviluppata in maniera piuttosto mirata, pianta del museo alla mano, e si è limitata principalmente a tre topics: “Universo, Big Bang et similia” dove nel tardo pomeriggio abbiamo assistito ad uno spettacolo divulgativo in ambito cosmologico all’interno di una struttura simil planetario, piuttosto coinvolgente e ben realizzato, nonostante l’onnipresente minaccia planetario=abbiocco. “Minerali e meteoriti”, ambito di cui il museo è molto ricco di esemplari sia belli, diverse pietre preziose e cristalli colorati, che interessanti, come particolari frammenti di meteoriti. “Evoluzione”, esposizione dedicata ai meccanismi ed alle tappe evolutive degli organismi viventi in generale. “Dinosauri”, la tappa irrinunciabile passando al Natural History, con scheletri completi e non, ben conservati e presentati.

Come intenderete dalla brevità e vaghezza delle descrizioni sia del MET che del Museum of Natural History, la visita è stata per necessità di scaletta molto rapida, decisamente troppo rispetto a quanto l'”attrazione” meriterebbe. Siamo sicuri che farete meglio o più accuratamente quando passerete di qui, o almeno ve lo auguriamo caldamente. Questo potrebbe implicare evitare un un numero di musei in programma per giornata superiore a 1.

Breve nota conclusiva: da tecnofili accaniti abbiamo sentito la necessità di importunare ogni passante newyorkese fino a scoprire la locazione dell’AppleStore cubico caratteristico della Grande Mela (notare come i cerchi si chiudano bene, a volte). L’edificio è in realtà in ristrutturazione, per cui le mura di vetro risultavano coperte da un telo bianco con meletta nera, comunque molto Mac-ish. Il servizio dello store era, forse solo provvisoriamente, situato ad un livello inferiore. Qui una bolgia perfettamente ordinata di clienti brulicava attorno a tavoli su cui ognuno dei diversi prodotti con la mela poteva essere provato, circondato da scaffali pieni dei corrispondenti irrinunciabili accessori. Non un singolo cartellino di informazioni su ogni prodotto poteva essere trovato in questo luogo, sostituito invece da un intero iPad limitato a mostrare solo poche pagine contenenti le stesse informazioni del suddetto ipotetico cartellino, una non così sottile ma piuttosto efficace  tattica per costringere i (futuri) clienti ad acclimatarsi ai sogni tecnologici offerti dalla compagnia. Mah…

Attendiamo news dalle nostre due amiche che hanno deciso di andare in giornata alle cascate…a presto anche il loro resoconto.

Scende la pioggia, ma che fa….

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Ci svegliamo alle 8 del mattino accompagnati da un rumore familiare…PIOVE! l’acqua non ci ferma e usciamo diretti ad Harlem….ecco ora qualcosa ci ferma…la metropolitana. La metropolitana di New York è una delle cose più incasinate che abbia mai visto!ogni linea ha più di un binario e in più pare che a seconda dei giorni cambino le fermate…scendiamo nella stazione della metro più vicina e prendiamo confidenza  con la METROCARD (sentiamo già tutti la mancanza della nostra amata chariecard bostoniana..) entriamo e aspettiamo….aspettiamo…..aspettiamo…sul binario ci saranno 40 gradi e insieme a noi solo turisti, un segno?ebbene sì la domenica questa stazione non funziona…Alla fine ci decidiamo a prendere un bus e qui facciamo uno degli incontri migliori della vacanza: l’autista Jimmy!saliamo e ci chiede da dove veniamo:italy!dopo un po’ sale un altro gruppo di persone :”where are you from?””Italy!” e qui l’autista regala il meglio di se ed inizia a farci da cicerone durante la corsa e a condire il tutto con pezzi di “o sole mio”!!UN MITO! finalmente raggiungiamo Harlem e ci fermiamo nella prima chiesa che troviamo per assistere alla messa cantata. Non era proprio una vera e propria messa gospel, ma è stato toccante e bellissimo. Ora dobbiamo tornare a casa..io sono fradicia e senza ombrello (fatto a cui pongo rimedio comprandone uno per 3 dollari dal primo rivenditore che incontro). Al market sottocasa compriamo dei panini e ci asciughiamo. Dopo pranzo tutti al MOMA!

Mo Mah!

ci aspettavamo un edifcio stranissimo ed invece si confonde tra i palazzi della città, per strada vediamo anche una parata fatta dei cittadini della repubblica dominicana a New York per una qualche festività del loro paese….Torniamo al museo…facciamo tutti il city pass che ci accompagnerà nei nostri giorni a New York. Il MOMA è su 6 piani, ma visto il poco tempo a disposizione (il museo chiude alle 5,30) ci viene consigliato di dedicarci essenzialmente al 4 quarto e quinto piano:. Le opere che ci hanno più colpito: la notte stellata di Van Gogh,  le donne di Picasso, gli orologi di Dalì, i pannelli di Monet. Abbiamo liberamente reinterpretato tutte le opere e aperto accese discussione sulla tecnica pittorica di Pollock…tecnica raffinata o secchiate di vernice su tela?mah! abbiamo visto dal vivo al statua di Boccioni che si trova sui 20 centesimi di euro e una particolare scultura chiamata little girl, ma di questa preferisco non parlare…siamo stati ad ammirare la ruota di una bicicletta infilata su uno sgabello con dietro appesa una pala… arte decisamente troppo complessa per noi, cose che neanche la tizia di paint your life si sognerebbe mai di fare (o forse sì?quella tizia è capace di tutto!!!) Alle 5,30 ci cacciano via e ci dirigiamo nuovamente nel nostro appartamento dove, ebbene sì, PIOVE!!!Il proprietario bussa e dice che risolverà il problema entro domani, noi preghiamo che dall’alto qualcuno risolva il problema alla radice e fermi l’acqua!!

Ora devo andare nei programmi della serata abbiamo il cinema IMAX in 3D..IL FILM SCELTO è FINAL DESTINATION 5 (in modo da non dover capire quello che dicono perchè è del tutto inutile!!!

Per un grande schermo, ci vogliono grandi occhiali!

NYC ROCKS!!

SOFIA